“Avrò la mia vendetta. Avrò la mia salvezza.”
“Sweeney Todd” è un musical dark che strizza l’occhio alla black commedy e allo splatter per una fiaba nera come il catrame, in un quadro gotico intriso da un pessimismo senza speranze.
Tim Burton ci regala l’ennesima perla della sua gigantesca filmografia, disegnando uno spaccato mai così cupo e violento.
Sfruttando le fantastiche scenografie gotiche e lugubri di Dante Ferretti, e l’opprimente fotografia di Dariusz Wolski, il regista ci trascina in una Londra vittoriana lercia soprattutto moralmente, un pozzo buio dove prendono vita le azioni più ripugnanti, in un complesso labirinto di palazzi e casupole in rovina, di viali e vicoli nauseabondi, in una metropoli pericolosa, dove a vincere è la legge del più forte e del più violento.
Non vi è posto per i buoni sentimenti in un luogo simile, tutti si muovono con navigata esperienza tra i meandri di una città in cui il minimo errore si può pagare a caro prezzo.
Non vi è ombra di personaggi positivi, e in questo mondo regolato da norme istituite da uomini di potere senza scrupoli, si muove il vendicativo Sweeney Todd, ex barbiere in cerca di sanguinaria vendetta attraverso le lame affilate dei suoi fedeli e leali rasoi.
Le ossessioni di Tim Burton prendono vita in maniera potente, i suoi personaggi malinconici e romantici si tramutano in esseri spietati, Todd appare come un Edward mani di forbice che ha perduto l’innocenza e la dolcezza in favore di una furia cieca.
Sweeney ed Edward sono speculari… il viso bianco pallido, i capelli arruffati, le lame, entrambi alienati, ma Sweeney Todd non è altro che il dark side di Edward mani di forbice.
Quest’ultimo ha scelto l’oblio, Todd la rivalsa.
Notevole anche la deriva splatter/horror della seconda parte del film, una scelta atipica per il regista che da sfogo a tutto il suo amore per il genere, fra gole sgozzate, sangue a fiumi e cadaveri usati come ingredienti per gustosi pasticci di carne.
Il film è pervaso da un un forte pessimismo, da una spiccata dose di cattiveria e pullula di personaggi divorati dalla sete di vendetta e dalla cattiveria ,tutti elementi già presenti in altri film del regista, ma mai esibiti con cosi tanta chiarezza.
Ottime le interpretazioni degli attori: Depp è fantastico nel calarsi nel personaggio e nel mostrare ottime doti canore, ma bene anche il resto del cast con la musa Burtoniana Helena-Bonham Carter in grande spolvero, tanto quanto il mefistofelico Alan Rickman dalla voce calda e suadente e il viscido Timothy Spall.
Il risultato finale è un’opera completa , in pieno stile Burton che si avvicina ai fasti degli anni ’90 e che dimostra di saper fare film come durante il decennio d’oro della sua carriera. Questo film riesce a destabilizzare il pubblico per il suo non essere uguale a niente di ciò che il regista ha fatto prima, pur avendo già toccato atmosfere horror più volte, basta citare Sleepy Hollow.
I personaggi, qui, sono sporchi, corrosi dentro e logorati fino al midollo.
La premiata ditta Burton/Depp colpisce quindi ancora una volta, raffigurando un film privo di luce e senza via di scampo, specchio di un mondo corrotto ed oscuro, abitato da persone senza scrupoli né morale il cui unico scopo è quello di annientarsi e distruggersi a vicenda.
VOTO 8
Paolo Condurro