Età consigliata 4-99
Film Disney del 2002, ambientato alle Hawaii, probabilmente meglio conosciuto e apprezzato in terra di origine piuttosto che in altri paesi, dove esistono proprio delle sezioni dedicate al personaggio anche nei parchi Disney e che ha dato origine a numerosi sequel.
Il primo della serie, è una storia che parla della diversità, un tema profondo a cui ogni bambino dovrebbe approcciare in maniera naturale e divertente.
Sicuramente la grafica non è la solita proposta da Disney, non abbiamo l’eroe muscoloso, o l’eroina con tutte le misure da Miss, gli Hawaiiani sono disegnati con i loro tratti somatici, molto realistica anche la grafica dei paesaggi.
Stitch rappresenta il diverso, l’alieno, colui che arriva da lontano, creato come arma di distruzione, cattivo, pericoloso e cosi etichettato dai suoi stessi creatori e dal suo popolo. Cosi pericoloso da essere rinchiuso, ghettizzato, allontanato, tanto da dover scappare.
Arriva sulla terra per sbaglio, estremamente spaventato e pronto a combinare numerosi disastri inpreda a emozioni e propensioni che non riesce a controllare.
Lilo, rimasta orfana dei genitori, affidata alla sorella e controllata dai servizi sociali perché la sorella non riesce ad occuparsi di lei come vorrebbe, spesso anche a causa di Lilo, che riesce a farla licenziare involontariamente da ogni posto di lavoro e per cui si sente profondamente responsabile.
Due anime sole, che si incontrano per caso e che piano piano trovano consolazione e amore una nell’altra. Stitch imparando a gestire le proprie pulsioni e Lilo imparando a gestire la suaaggressività e tristezza.
Piano piano tutti i tasselli trovano il loro posto, l’happy ending è dietro l’angolo, ma prima ci sono numerosi spunti di riflessione, su quella che può essere la difficoltà di integrazione in chi in qualche maniera si sente diverso e come tale viene giudicato, e su come sia difficile a volte togliersi un marchio o un etichetta.
Divertente, triste allo stesso tempo, ma vero e non patinato.
Elena Ma