In un seminterrato scarsamente illuminato, quattro ragazzini stanno affrontando una difficile prova: confrontarsi con un mostro al di là delle loro possibilità. Riusciranno a sconfiggerlo?
No. Non sono Mike, Will, Dustin e Lucas, i protagonisti di Stranger Things. Siamo io ed i miei amici una trentina di anni fa. Questa è la “cosa più strana” della serie: indipendentemente dalla tua età, ti ritroverai seduto a quel tavolo con loro, avrai dodici anni e tirerai quel dado, sperando di sconfiggere il mostro e salvare i tuoi amici.
Stranger Things è una serie ispirata ai grandi classici degli anni ’80, da Stephen King a Spielberg, con alcuni riferimenti a un autore del passato: H.P. Lovecraft.

La storia si svolge in una di quelle tipiche cittadine americane in cui tutti si conoscono e si sorridono salutandosi, ma che nasconde gelosie, amori, amicizie ed invidie. Hawkins però nasconde anche altro, qualcosa di terribile. I quattro giovani protagonisti sono amici come solo a quell’età si può esserlo, incondizionatamente. Si trovano nel sottoscala della casa di Lucas per giocare a Dungeons & Dragons, un gioco di ruolo di ambientazione fantasy. Li vediamo affrontare una creatura di fantasia, il Demogorgone. Will, capendo che la situazione è critica, decide di sacrificare la propria incolumità per aiutare i suoi amici. Il gruppo si troverà presto a dover affrontare avventure ancora più “strane” nella vita reale con l’aiuto di una ragazzina dallo sguardo inquietante e dal nome “matematico”. Un’avventura nella quale gli adulti saranno quasi comparse, sempre “imperfetti”, a differenza dei quattro ragazzi che affronteranno i pericoli e le crisi nei loro rapporti da veri eroi.

Il “party” che affronterà il cuore oscuro di Hawkins è formato da Michael, il leader del gruppo, intelligente e sensibile, al suo fianco ci sono i suoi fedeli amici Will, che al tavolo da gioco dimostra il suo altruismo. Dustin che spesso interpreta la parte del comic relief, ma in fondo è il più saggio e Lucas, determinato e coraggioso. Ai quattro ragazzini si affiancherà presto una nuova amica, la misteriosa ed inquietante Undici, interpretata da una sorprendente Millie Bobby Brown, attrice giovanissima e molto promettente. Tra gli adulti “degni di nota” spiccano Joyce (interpretata da una fantastica Winona Ryder), la madre di Will, donna forte che cerca di tenere in piedi da sola la sua famiglia non facile e Jim, capo della polizia locale, che nonostante i suoi difetti è in fondo uno dei pochi adulti quasi completamente “buoni” della serie.

I riferimenti agli anni ’80 permeano completamente la serie, quasi come se fosse una serie “in costume”, ma proprio come le serie in costume non è obbligatorio aver vissuto quel periodo per poterla apprezzare. I riferimenti vanno dal look dei personaggi, al cibo ed alla musica. A partire dall’opening in cui il titolo della serie si forma utilizzando un font appositamente scelto per ricordare i titoli dei libri di Stephen King, accompagnato da una musica tutta synth che chiarisce da subito il mood della serie ai brani che accompagnano le avventure dei nostri eroi, uno su tutti Should I stay or should I go dei Clash.

Stranger Things non è una serie dedicata esclusivamente a chi ha vissuto gli anni ’80 da ragazzino, anche se chiaramente chi lo ha fatto potrà lasciarsi trasportare dalla nostalgia di un periodo in cui era più spensierato. Non è neanche una serie puramente di fantascienza, o horror, o per bambini… Stranger Things è una serie sulla forza dell’amicizia vera, quella che ti fa mettere l’incolumità e la felicità dell’altro prima delle tue. È un’ode all’innocenza della gioventù, ed alla forza dei sentimenti e delle emozioni che si provano a quell’età. È una macchina del tempo, che ci riporta a quando quelle sensazioni erano nostre, dandoci la possibilità di viverle di nuovo, e di sfrecciare in bicicletta al fianco dei protagonisti, e ridere, avere paura, giocare, gioire e piangere con loro, come quando avevamo dodici anni.

Stranger Things ha uno strano “legame” con un altro originale Netflix, The OA. Infatti i due team di creativi, i fratelli Duffer e Brit Marling / Zal Batmanglij si conoscono e sono in buoni rapporti. Hanno ricevuto il via libera alla produzione contemporaneamente da mamma Netflix ed in una scena del quarto episodio di The OA, si può notare che due dei protagonisti guardano il pilot di Stranger Things.

Millie Bobby Brown, l’interprete di “Undici”, ha ricevuto i complimenti da Aaron “Jesse Pinkman” Paul che si è scherzosamente offerto di adottarla, alla fine si sono incontrati davvero e lui ha pubblicato una foto con lei e la sua compagna con il tag #firstfamilyphoto.

Walter Menga

Stranger Things
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