Il 6 luglio 2018 esce sulla piattaforma di Netflix Italia un documentario Americano intitolato “Date da mangiare a Phil”. L’autore, il regista ed il protagonista indiscusso del documentario è Phil Rosenthal. Phil è un attore e uno scrittore americano, ed è famoso per avere prodotto e scritto una serie televisiva intitolata “Tutti amano Phil”. Il documentario “Date da mangiare a Phil “(titolo originale “Somebody Feed Phil”) è diviso in due stagioni. In ogni stagione l’attore americano parte alla scoperta delle abitudini culinarie di svariate nazioni. Tutto comincia con una canzone divertente ed ironica che descrive Phil come un uomo felice ed affamato, che sta viaggiando per terra e per mare per cercare di imparare l’arte della pasta, del maiale, del pollo e dell’agnello. Farà qualunque cosa pur di raggiungere il suo scopo, riderà, canterà, ballerà, per chiunque lo accoglierà, lui in cambio vuole solo una cosa: che qualcuno gli dia da mangiare.
La prima tappa di questo incredibile viaggio è Venezia, una città italiana caotica e piena di turisti. Ma Phil va oltre i luoghi abituali e si lascia affascinare dagli splendidi scorci della città che sembrano dipinti da un artista, e dalla sua antichissima storia. La sua prima esperienza culinaria in Italia comincia con i famosi “cicchetti” veneziani, che lui descrive come dei piccoli bocconi di cibo sul pane. Durante questo viaggio è accompagnato da un’amica americana che lo porta in un primo locale veneziano, gestito da una vecchia signora che crea i cicchetti con delle sue ricette. Tra Phil e i cicchetti è subito amore, li gusta con calma ed attenzione cercando di catturarne tutti i sapori, e forse qualche segreto delle ricette della signora Alessandra che conserverà dentro di lui, nella sua memoria, per sempre. Ma per Phil non è solo amore per la cucina, in maniera scherzosa spiega come mangiare i cicchetti seguendo un suo personalissimo metodo che sembra funzionare alla perfezione, mangiare il condimento in un solo boccone e poi il pane. Ma Phil non si ferma, e continua ad assaggiare altri cibi nuovi come i tramezzini: fette di pane abbrustolite condite con formaggio e melanzane. Questa per lui è un’ottima occasione per scoprire sapori nuovi, ma anche per fare nuove amicizie, perché il cibo è condivisione da sempre, e lui è pronto a dividere il suo pasto con tutti, anche dei perfetti sconosciuti, che diventano amici dopo un pranzo insieme. Anche lo street food per lui è un’esperienza completamente nuova, e non si può andare via da Venezia se non si sono provati i calamari e i gamberi fritti avvolti in un cono di carta. Un pasto semplice, veloce per chi lavora, ma gustoso e intenso. Phil per la prima volta assaggia il gelato italiano, leggero e morbido come una nuvola, per lui è come essere dentro un sogno ovattato e incantevole.
Ogni volta che lui assaggia un piatto nuovo, sembra quasi che scopra anche qualcosa di se stesso che prima non conosceva, che sia una sensazione, un sentimento o un desiderio nascosto. Per quanto ironico, divertente e pieno di battute, Phil riesce a coniugare grazie al cibo, anche la parte più profonda di noi, le emozioni che vengono fuori ad ogni boccone, e che uniscono tutti quanti. E’ questo il suo vero viaggio, il suo centro non è solo il cibo e i suoi ingredienti più diversi, ma anche l’emozione che ti suscita, quell’emozione che ti mette a nudo, che ti cambia, che ti unisce. Dentro questo documentario, ovunque lui vada che sia Bangkok o Venezia, tira fuori l’essere umano in tutta la sua completezza e diversità. Il cibo è un mezzo che ci permette di essere noi stessi, o di essere quello che non siamo mai stati, ci fa diventare come dei bambini immersi in una nuova avvincente avventura. Credo che esistano pochi viaggiatori come lui, completi e aperti a tutto, senza barriere o preconcetti, che viaggiano per imparare ma anche per insegnarci qualcosa. Ridendo, ci insegna il rispetto delle abitudini e delle culture del luogo in cui va, perché il suo modo di farlo è assolutamente semplice, quasi puro. Questo documentario stupisce fino all’ultimo secondo, perché se si riesce a superare la patina ironica si vedrà la sua vera essenza, quella intelligente e sensibile. Consiglio questo documentario a chi ama il cibo, ma anche a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi vuole condividere ciò che ha senza tanti fronzoli, ma soltanto con quello che si è veramente… se stessi!
Glenda Marsala