I Documentari sul Mondo del Vino
“Una bottiglia di vino contiene più filosofia che tutti i libri del mondo”
(Louis Pasteur)
Un film documentario, ambientato nelle Langhe, Piemonte meridionale, 1983. La storia di un gruppo di giovani (soprannominati Barolo Boys), rivoluzionari, molto ambiziosi e intraprendenti che con la loro rivoluzione cambiano il mondo del Barolo, raggiungendo i mercati di tutto il mondo. Una storia di fatica, di impegno e di speranza, di come si siano contrapposti al passato con una strategia vincente, affrontando comunque diverse difficoltà. Un film che permette di avvicinarsi al mondo del vino cominciando dai territori e dai vigneti. Il Barolo, vino che nasce nelle Langhe dal nebbiolo in purezza, è conosciuto in tutto il mondo per le sue inimitabili caratteristiche organolettiche. Le migliori annate di Barolo (definite eccezionali e contraddistinte dalle cinque stelle) sono il 1947, 1971, 1982, 1990, 1997, 1999, 2001 e 2004. Secondo il disciplinare di produzione del Barolo, i vini per essere messi in vendita devono essere affinati per almeno tre anni, di cui due in botti di rovere. Per la versione Barolo riserva, il vino deve essere affinato per almeno cinque anni, di cui sempre due di passaggio in legno. Il Barolo ha caratteristiche inimitabili, colore granato intenso e i suoi profumi ricordano i frutti rossi, le amarene, la rosa appassita e le spezie.
Blood into Wine è un documentario sull’industria del vino del Nord dell’Arizona che si concentra su Maynard James Keenan (conosciuto come il vocalist del progressive metal band Tool vincitore del Grammy Award) e Eric Glomski e sul loro vino Caduceus. Uno dei vini della cantina è il Nagual de Judith, un Cabernet Sauvignon, dedicato alla madre di Maynar, deceduta a 59 anni e le cui ceneri vennero sparse nel vigneto. Il Cabernet-Sauvignon è un vitigno a bacca rossa di origine bordolese, nelle zone del Médoc e del Graves-Saint-Amant (Francia), ed è senz’altro la varietà più duttile per la produzione di vini di grande qualità e longevità. Coltivato in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, ha grandi capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità. I vini Cabernet Sauvignon sembrano sempre mostrare dei tratti caratteriali comuni: colore intenso, buona struttura tannica, acidità moderata e aromi di ribes nero, note vegetali di peperone, spezie scure e legno di cedro.
Dolce naturale e secco:
- colore: dal giallo paglierino al dorato;
- odore: intenso delicatissimo;
- sapore: dal dolce al secco, alcolico con retrogusto amarognolo;
- gradazione alcolica complessiva minima: dolce naturale 15 gradi, di cui effettiva 13 e un minimo da svolgere di 2 gradi; secco 15 gradi di cui effettiva 14,5 e un massimo da svolgere di 0,5 gradi;
Liquoroso dolce naturale e liquoroso secco o liquoroso dry:
- colore: dal giallo paglierino al dorato;
- all’odore ed al sapore una maggiore finezza ed un più spiccato aroma;
- gradazione alcolica minima: liquoroso dolce naturale 17,5 gradi di cui effettiva 15 ed un minimo da svolgere di 2,5 gradi; liquoroso Dry 17,5 gradi di cui effettiva 16,5 svolta ed un massimo da svolgere di 1 grado.
Red Obsession è un documentario australiano del 2013 che raccoglie interviste a produttori di vino e amanti del vino in tutto il mondo. Il film è narrato da Russell Crowe. Un racconto nel quale viene esaminata la legge della domanda e dell’offerta e come queste determinino una distorsione sulla produzione di uno dei vini più famosi al mondo, il Bordeaux. Red Obsession porta il pubblico in un lungo viaggio da Bordeaux (centro principale dell’omonima regione vinicola francese) alla Cina. Ci sono numerose interviste a vinificatori, critici del vino e amanti del vino ed esaminate le tendenze dell’industria del vino.
“Cinque sono i motivi del bere: l’arrivo di un amico; la bontà del vino; la sete presente e quella che verrà; e qualunque altro”
(Ermanno Olmi)
Rupi del vino è un film documentario del 2009 di Ermanno Olmi e racconta attraverso la realtà, la realizzazione dei vigneti terrazzati del versante Retico della Valtellina, dalla costruzione dei muri a secco dei loro terrazzamenti, esempi di architettura primitiva e sapiente che asseconda il paesaggio senza violarlo, ai tempi lunghi della preparazione delle viti, della maturazione dei grappoli, del raccolto che porterà alla produzione di vini pregiati. La viticoltura terrazzata ha in Valtellina la sua maggiore e più significativa espressione di tutte le Alpi. Il sistema terrazzato della provincia di Sondrio si identifica con la realizzazione di una miriade di muri a secco in sassi che sostengono i ronchi vitati.L’uva che cresce sui terrazzi valtellinesi è detta Chiavennasca, denominazione locale del nobile vitigno Nebbiolo, giunta in Valtellina, secondo alcuni autori, in epoca medievale, secondo altri verso la fine del Settecento durante la conquista napoleonica. Altri vitigni coltivati sono detti Pignola, Rossola, Prugnola, si tratta di vitigni autoctoni ma rivestono modesta importanza essendo coltivazioni marginali usate, come pure il Merlot e il Pinot Nero, per completare l’uvaggio. Lo Sforzato della Valtellina (Nebbiolo in purezza), fra i vari, si presenta di un colore rubino scuro. Il profilo olfattivo è intenso e profondo, con note di frutta rossa passita e aggiunte di nuance balsamiche e speziate.
Elena Ma