In un periodo come questo, dove l’offerta televisiva e cinematografica è sempre più satura di film del genere zombie-movie, ”La ragazza che sapeva troppo” riesce comunque a farsi largo, proponendo tematiche nuove, pur prendendo spunto da cose già viste.

In una struttura protetta, alcuni scienziati e figure del governo, trattengono decine di bambini-cavie con abilità particolari, al fine di studiarli e debellare un virus che sta uccidendo l’umanità. Una di queste bambine si fa notare dall’insegnante e dagli studiosi per le sue capacità intellettive decisamente superiori agli altri bambini-cavia rivelandosi come ultima speranza per la salvezza dell’umanità. E’ su queste basi che si incentra il thriller/ horror targato Netflix, tratto dall’omonimo romanzo di Mike Carey e ben diretto dal regista inglese Colm McCarty, già conosciuto per il suo buon lavoro fatto con “Black Mirror” e “Peaky Blinders”.

E’ una classica storia di apocalisse zombie, molto simile ad altri film di genere quale “Io sono leggenda”, ma che attinge spesso e volentieri anche da serie tv di successo come “The Walking Dead”, ma con qualche soluzione narrativa innovativa e stuzzicante.

Ho trovato interessante che il regista abbia voluto raccontare la storia utilizzando soprattutto il punto di vista della bambina, che un po’ a sorpresa, ha dimostrato qualità recitative notevoli, nonostante fosse al suo esordio cinematografico. Sennia Nanua, questo il suo nome, è riuscita nell’intento di interpretare un personaggio che diventa, senza entrare troppo nel particolare per non spoilerare, l’esponente principale di una nuova razza destinata a prendere il posto di quella umana, trasmettendo allo spettatore sensazioni di tenerezza e spavento in base alle disposizioni del copione.

Accanto a lei fanno bella figura anche il resto del cast, su tutti la famosa ed eclettica Glenn Close e la giovane e bella Gemma Atherton, entrambe rappresentanti del genere umano nell’aspetto più cinico, controverso ed oscuro nel caso della Close, decisamente generoso e carico di speranze per quanto riguarda la Atherton.

Non è un film che passerà alla storia, perché la narrazione a tratti è soporifera seppur lineare, ma non mancano alcune sequenze ricche di azione e suspence.

Il film, il cui titolo è stato come spesso accade modificato (“The Girl With All The Gifts” sarebbe stato decisamente più efficace), viene accompagnato da una buona colonna sonora che tiene in ansia lo spettatore durante tutto il percorso narrativo, ed è corredato anche di effetti speciali credibili. La pellicola risulta infine abbastanza piacevole e con un finale atipico, decisamente spiazzante, che potrebbe sorprendervi positivamente o negativamente.

Dategli una chance.

VOTO 6.5

Paolo Condurro

La ragazza che sapeva troppo – Gli zombie movie non muoiono mai