Il mobile riveste un ruolo sempre più importante per Netflix dato il numero di persone che guarda contenuti attraverso smartphone e tablet, che è ormai più alto, in percentuale, rispetto a chi utilizza il servizio su una TV.
Netflix ha sempre cercato di offrire un servizio sempre ottimo sotto l’aspetto della connessione e del caricamento dei contenuti, permettendo di utilizzare il suo servizio su connessioni anche non ad alte prestazioni.
L’ottimizzazione di tutti i sistemi di compressione ha permesso l’utilizzo senza buffering e senza pause anche a chi utilizza poca banda, permettendo così anche un consumo di traffico inferiore. Dopo aver lanciato lo scorso anno il “per title encoding”, ovvero un sistema di compressione che analizza il tipo di contenuto e trova il miglior rapporto di compressione possibile per massimizzare il rapporto qualità / banda consumata, Netflix si prepara ora ad un altro piccolo “miracolo”.
Netflix è riuscita, in soli 100 Kbps di video e 56 Kbps di audio a raggiungere una qualità che è almeno tre volte migliore di quella che oggi il miglior encoder riesce a produrre.
Il segreto di tutto questo è dovuto alla ricerca tecnologica di sempre nuove soluzioni tecniche che possono portare, come in questo caso, a soluzioni sempre più efficienti per migliorare il servizio offerto.
Ioannis Katsavounidis, scienziato e ingegnere, che ha lavorato per ben 4 anni in Italia nel laboratorio del Gran Sasso a studiare i neutrini, è stato assunto da Netflix proprio per trattare i pixel come i neutrini, elementi che hanno massa nulla: far pesare il video quasi niente e il risultato ha funzionato meravigliosamente.
Alzando i livello di compressione a 250 Kbps si riesce ad ottenere una resa HD-like, e Katsavounidis conferma che scalando il sistema sul 4K probabilmente potrebbero bastare 8 Mbps per offrire uno streaming video Ultra HD.
Netflix ha dichiarato che, per quanto riguarda l’audio, il limite di 56 Kbps è difficilmente migliorabile dato che si inizierebbe a percepire un peggioramento qualitativo che influirebbe anche sulla qualità video.
Netflix non ha solamente migliorato i sistemi di encoding dei contenuti, ma ha anche portato innovazioni alla propria infrastruttura: ad esempio l’utilizzo di un server che utilizza la tecnica del Machine Learning (ML), ovvero l’apprendimento automatico in cui il server impara da solo a giudicare la qualità di un contenuto.
Il progresso di Netflix continua quindi sia sotto l’aspetto della qualità dei contenuti, sia sotto quello tecnologico per permettere l’utilizzo dei suoi servizi ad una maggiore platea di utenti.
Davide Busin