ROMA
Il 14 Dicembre 2018 arriva su Netflix il pluripremiato ed acclamato “Roma”, film scritto e diretto da Alfonso Cuaròn. Il film è stato presentato all’ultimo Festival di Venezia e oltre al classico Leone d’oro, ha vinto diversi altri premi e ha ricevuto un enorme consenso da parte del pubblico e della critica cinematografica.
Roma è ambientato a Città del Messico in un quartiere residenziale, durante gli anni ‘70, la protagonista è Cleo, una domestica che lavora presso una famiglia tipicamente borghese del quartiere Roma, a Città del Messico. La famiglia è composta dal marito Antonio sempre in viaggio per lavoro, la moglie Sofia dedita alla casa e ai 4 figli della coppia, insieme alla madre. Cleo è una ragazza giovane, timida e molto dolce che svolge il suo lavoro quotidiano come domestica con molta premura e dedizione.
Il suo compito infatti è quello di svolgere tutte le faccende domestiche e di crescere i bambini come se fossero suoi, è infatti molto legata alla famiglia e soprattutto ai bambini, che ricambiano il suo affetto con eccessivo attaccamento. Cleo però è anche una ragazza piena di vita, che esce con la sua migliore amica e con il fidanzato, un ragazzo conosciuto per caso, affascinante e dal passato turbolento. La sua vita scorre quindi normalmente per lei, scandita da orari, doveri e qualche piacevole momento libero. E’ la stessa Cleo a desiderare questa apparente normalità, fatta di piccole cose che la rendono felice, senza particolare entusiasmo o scossoni.
Ma la vita a volte non va sempre come vorremmo, e un giorno tutta questa normalità verrà sconvolta da un evento improvviso, non programmato che la cambierà per sempre facendola diventare una donna adulta e consapevole, coraggiosa e determinata che lotta per quello in cui crede e per i suoi affetti più cari.
Alfonso Cuaròn sceglie di mettere in evidenza la delicatezza d’animo e la semplicità della protagonista, facendola entrare in contrasto con una ambientazione urbana ed immersa nel tipico progresso degli anni ‘70 (cinema e negozi sempre affollati, le innumerevoli macchine che girano per la città) e le violente contestazioni studentesche e dei lavoratori della campagna, che protestano contro lo sfruttamento del loro lavoro.
Cuaròn ci racconta quindi una realtà difficile, a tratti cruenta, che riserva pochi momenti di felicità, ma che ha il volto della disperazione, della violenza e dell’insoddisfazione. In mezzo a questo caos storico ed economico, Cleo è la parte luminosa, che accetta gli eventi del suo stesso destino per quelli che sono all’inizio, ma che poi consapevole della fortuna che ha, cerca di tenere in piedi la sua vita con forza ed amore.
Per rendere ancora più cruda questa realtà, Cuaròn non inserisce mai i colori nella sua pellicola, anzi usa soltanto il bianco e nero come se fosse un film realista che scorre in maniera rigorosa e lineare, con estrema oggettività, senza filtri o falsi miti. Per la stessa ragione, il regista decide di non fare doppiare il film, ma di inserire dei sottotitoli alla lingua spagnola, la quale aiuta ancora di più a far calare lo spettatore nell’atmosfera messicana in cui è ambientato.
La scelta di soffermarsi su alcuni dettagli, in maniera quasi maniacale è probabilmente dettata dall’esigenza di richiamare odori, sapori e abitudini che appartengono alla vita personale del regista, e di dare un taglio poetico e familiare alle scene, come se fossimo lì nella stanza insieme a loro e potessimo toccare ciò che loro stanno toccando, o mangiare il loro stesso cibo.
Un film poetico, delicato e ricco di sfumature quindi, che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo in una storia moderna ma dal sapore antico e a tratti crudo e molto critico verso alcuni stereotipi della società degli anni ‘70. Lo consiglio a chi apprezza la grande abilità cinematografica di Alfonso Cuaròn e a chi vuole provare emozioni fino ad ora sconosciute.
Glenda Marsala